HomeSpettacoli Musicali e TeatraliV EDIZIONE IL TEMPIO DELLE FOLE

V EDIZIONE IL TEMPIO DELLE FOLE

V EDIZIONE IL TEMPIO DELLE FOLE

La rassegna di dramma antico e teatro di letteratura 

Firmata da POIEOFOLA’-CostruzioniTeatrali torna in scena con la celebre tragedia di Euripide  MEDEA in un allestimento visionario firmato da Roberto Treglia, alla regia, e Alberto Greco, alla direzione artistica.

Chiostro dei Teatini di Lecce fino a domenica 11 settembre, tutte le sere alle ore 21.00.

 

La macchina teatrale salentina di POIEOFOLA’-CostruzioniTeatrali porta in scena il capolavoro di Euripide, MEDEA, proposto attraverso un visionario allestimento (atto unico, durata 1 ora e 45 minuti).

L’opera viene attualizzata mantenendo la classicità, con l’inserimento della recitazione in metrica greca, in distici elegiaci e trimetri giambici, sui testi tradotti e adattati da Roberto Treglia che anche quest’anno filtra e firma la regia secondo il suo stile ricercato. La direzione artistica della rassegna è curata da Alberto Greco che propone una chiave di lettura inconsueta e un allestimento visionario: un flashback nell’800 più oscuro ed esoterico, dal retrogusto vittoriano.

La regina delle tragedie, anche fin troppo attuale, vede protagonista un’eroina euripidea caratterizzata da un dualismo esistenziale senza paragoni: vittima e carnefice, può una madre spingersi ad uccidere i figli come possibilità di salvezza? Medea segue un credo tribale, ombra del primitivo, un principio universale secondo il quale per rivendicare se stessa deve distruggere un’altra parte di sé.

Interpreti di una delle più celebri tragedie della mitologia greca sono alcuni degli storici attori di Poeiefolà. In particolare, l’angoscia di Medea è frutto della sensibilità dell’attrice gallipolina Luana Greco che sopporterà il travaglio e la frustrazione della celeberrima “madre assassina”. Il suo amato, Giasone, è interpretato dallo stesso Treglia, Creonte è Riccardo Abbate, Egeo Riccardo Martella. Ancora, a dare voce e corpo alla Nutrice la cantante salentina Cinzia Corrado. I Messaggeri sono Tommaso Fiorentino ed Emanuele Frisenna. Il Coro di donne Corinzie è rappresentato da Tiziana Renni, Isaura Scorrano, Diana Accogli e dalla stessa Corrado.

 

NOTE DI REGIA

La storia della civiltà e del pensiero greco di un Euripide misogino ed ellenisticamente innovativo incontra il terrore per l’irrazionale e il diverso che contraddistingue il periodo della Caccia alle Streghe del XVII secolo, periodo storico in cui le scelte registiche immergono i testi classici integrali per suscitare emozioni vibranti. Con Medea affronteremo gli aspetti più sensibili e imperscrutabili dell’essere donna e madre, del proprio credo e della costante che regola il rispetto della fede e dell’amore. Le “eroine” euripidee incarnano appieno il molteplice aspetto della natura umana e la grandezza spirituale del genere femminile in forte contrasto al genere maschile, confrontandosi con l’inevitabile equilibrio di ordine cosmico esercitato dalla legge del fato secondo il principio del “medèn àgan”, ovvero del “mai eccedere”.

 

MEDEA – Femmina nel genere, strega nelle capacità di intendere e volere. Non è folle, è eccessiva. Rea. Detentrice di una lucidità abbacinante e di una dottrina dissimile dal contesto circostante. Martire di un continuum di umiliazioni. Un animo depravato che risponde alle regole di un proprio credo. Eppure la sua è una crudeltà innocente. Comprensibile, appartenente ad un mondo diverso. Lunga ombra del primitivo, un primitivo orribile e sinistro. E’ la necessità di rivalsa che muove l’impulso violento e la facilità con cui è abituata a distruggere gli ostacoli che si frappongono al raggiungimento dei suoi scopi. Lacerata dal dissidio di un amore materno che la porterebbe a dimenticarsi di sé e una brama di vendetta che, in fondo, è la distruzione di un’altra parte di sé. E’ possibile che una madre uccida i propri figli? Le passioni si consumano. Le promesse si frantumano come ghiaccio ai colpi di scure. Una donna tradita partorisce furie inumane. Una sola volizione: ripagare l’oggetto del suo amore, barbaramente.

 

luciani.2006@libero.it

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