XYLELLA E OLIVICOLTURA: “PAROLE DI EMILIANO LEDONO MEMORIA STORICA PUGLIESE E SALENTINA”
Franco De Vitis, assessore del Comune di Ruffano e consigliere provinciale, commenta: “Futuro dell’agricoltura pugliese e salentina ha sete di azionistrategiche in grado di analizzare lucidamente la realtà”
Hanno suscitato grande clamore le recenti dichiarazioni sulla Xylella del presidente della Regione Puglia Michele Emiliano che, in una intervista a Sky, ha affermato che “la vera olivicoltura” inizia da Bari in su.
Franco De Vitis, assessore con delega all’Ambiente-Agricoltura al Comune di Ruffano e consigliere provinciale, ha commentato così: “Un’uscita che lascia perplessi e che, sono certo, il governatore vorrà presto chiarire. Ma sulla quale non sarebbe giusto e corretto, nei confronti della nostra storia, soprassedere.
Da assessore con delega all’Ambiente-Agricoltura del Comune di Ruffano, da consigliere provinciale e da figlio di olivicoltore sento il dovere di esprimere pubblicamente il mio pensiero in merito. La storia dell’olivicoltura pugliese è anche e soprattutto la storia dell’olivicoltura salentina. Quella di una terra che, in tempi non sospetti, ha fatto dell’olio la sua vocazione primaria. Quella di un Salento che nel XVI secolo illuminava l’Europa, con il suo olio lampante che salpava da Gallipoli in direzioni delle più grandi capitali del continente. Quella di un prodotto di una qualità eccelsa, un olio noto, ambito ed invidiato in tutto il mondo.
È anche la storia di Ruffano, dei nostri genitori, dei nostri nonni e dei nostri avi. Della nostra terra, della loro passione, della loro cultura agricola, del loro instancabile lavoro che aveva realizzato e preservato nel tempo un vero e proprio patrimonio boschivo che copriva tre province.
L’attenzione del governatore per Bari e per il nord della Puglia è doverosa: l’auspicio di tutti è che nessun altro territorio debba pagare il prezzo che il Salento, privato di una vera e propria eredità identitaria, ambientale ed economica, ha già dovuto pagare.
Per farlo, però, bisogna innanzitutto preservare la preziosa memoria storica, evitando che anch’essa venga parimenti spazzata via con un colpo di spugna.
Affinché la distruzione seminata dalla Xylella non lasci spazio a definitiva rassegnazione, è questa la base indispensabile da cui anche le istituzioni devono ripartire: il futuro dell’agricoltura pugliese e salentina ha sete di azioni strategiche in grado di focalizzare ed analizzare lucidamente la realtà”.